Il mondo di un’arancia

Il mondo di un’arancia

Di: Redazione

IL MONDO DI UN’ARANCIA

RELAZIONE DELLA REALIZZAZIONE DI UN VIDEOCLIP DI VIDEOARTE

 

Questo lavoro è nato dalla richiesta, da parte di noi studenti, di poter esplorare e conoscere meglio i sei indirizzi (design, architettura, multimediale, scenografia, grafica e figurativo) tra i quali avremmo dovuto scegliere quello da frequentare durante il triennio.

Ciascuno si è concentrato in particolar modo su uno di essi, potendo approfondire gli altri cinque in modo indiretto: sia osservando i lavori dei compagni e confrontandosi con loro, anche attraverso la visione dei materiali e degli esempi portati dal professor Porchi.

Abbiamo potuto decidere se lavorare singolarmente o a gruppi, quindi noi abbiamo formato una coppia, convinte che avremmo realizzato un cartellone pubblicitario di un’auto elettrica per l’indirizzo di grafica. Solo a progetto iniziato, confrontandoci tra di noi e con il professore, è nata la volontà di trasformare il concetto di cui ci stavamo occupando in qualcosa di più articolato.

Da subito è parso evidente come gli indirizzi non siano realmente divisi, ma tra loro correlati: in ogni disciplina convergono i saperi di tutte le altre discipline, e ogni nuova nozione appresa ci arricchisce indipendentemente dalla strada che percorreremo in futuro.

Questa considerazione ci ha indirizzate a realizzare un videoclip usando il linguaggio della videoarte.

Avevamo già creato una buona mole di raccolta dati e modelli cartacei e grafici, lavorando sia in classe che a casa, puntando alla creazione della pubblicità di un’auto elettrica in stop-motion., ma purtroppo l’emergenza del coronavirus ci ha costrette a cambiare rotta, perché senza l’aiuto del professore ci sembrava tutto più difficile. L’intenzione era di promuovere l’auto puntando sul concetto dell’ecosostenibilità, e sottolinearlo in una sequenza di scatti, che giocassero sulla figura di Annibale Re degli Unni, che si dice lasciasse dietro a sé terra bruciata. Sarebbe stata un’inquadratura dall’alto di elementi bidimensionali disegnati da noi: in un prato l’erba si sarebbe rinsecchita al passaggio del condottiero sull’elefante, per poi ricrescere rigogliosa al passaggio dell’auto ecologica che avrebbe dovuto seguire l’elefante.

Non potendo più incontrarci personalmente, abbiamo dovuto optare per qualcosa di nuovo, che ci permettesse di continuare il nostro lavoro adattandoci alla situazione.

Grazie a diverse piattaforme, quali Google Meet e Zoom, siamo riuscite a restare in contatto e a continuare in coppia, riuscendo a confrontarci e a pensare insieme al nuovo tema.

Come prima cosa ci siamo documentate, andando a cercare informazioni sul precinema, introdotto in classe dal docente che ci ha supportate anche dandoci in consultazione i suoi libri, e su come si crea un video partendo da una sequenza di immagini. Una volta ben assimilata la tecnica, abbiamo guardato una serie di film, cortometraggi e videoclip, suggeriti dal docente, con l’intenzione di individuare quegli aspetti che potessero darci una ispirazione.

Siamo arrivate insieme ad un’idea che convincesse entrambe, che fondesse degli elementi creativi a un tema leggero, in un periodo in cui sembra tutto più complicato, e che ci permettesse di realizzarlo dividendoci le fasi e utilizzando i soli mezzi che avevamo a disposizione.

Il videoclip definitivo è incentrato su un’arancia, la quale è immortalata mentre si trasforma in spremuta, per poi ricomporsi nel frutto intero, che rotola intorno ad un bicchiere ponendosi, alla fine della scena, sopra ad esso. Successivamente l’arancia ritorna spremuta, ma viene utilizzata come colore da una mano che intinge il pennello nel liquido arancione e con un lieve gesto da un tocco di pennello, bagnando il foglio che si accartoccia su se stesso e si riapre mostrando una foto satellitare della Terra.

Il finale quindi ci riporta al titolo: Il mondo di un’arancia.

Abbiamo mostrato ironicamente la breve vita del frutto sul tavolo di una casa, paragonando la sua transizione in spremuta a tutto il suo mondo, e in un certo senso anche al nostro. Sia l’inquadratura frontale che quella dall’alto creano delle forme geometriche: il bicchiere visto dall’alto è un cerchio, il foglio è un rettangolo; e sia l’arancia  che la Terra sono delle sfere; un bel gioco di ombre ed una equilibrata e brillante color correction, rendono gradevole la visione in primo piano; gli sfondi sono volutamente bianchi o neri; le uniche fonti di colore sono proprio l’arancia e la Terra, messe ancora una volta in relazione, a sottolineare come il colore stesso sia  il Mondo, la vita; in tutto questo, è la mano che fa da tramite, che mette in relazione l’arancia, l’umanità e la Terra.

Il messaggio è di speranza: possiamo portare colore e nuova vita, fare del bene con piccoli gesti. “il mondo di un’arancia” rappresenta un ciclo infinito: vita da cui nasce altre vita, colore che ne crea di nuovo.

La traduzione in video, forse non esplicita il concetto, anche perché il taglio è volutamente leggero e positivo e volevamo venisse percepito così, con semplicità e bellezza visiva delle riprese e dell’animazione.

Il tema musicale (Gioacchino Rossini – Guglielmo Tell – Overtture) è importante, incalzante e vivace, per potare un po’ di spensieratezza.

La nostra volontà era di portare un sorriso di compiaciuto stupore per la conclusione inaspettata.

Abbiamo trovato insieme, e con l’aiuto del professore, una soluzione ai diversi ostacoli, come ad esempio ottenere un risultato in cui non ci fossero stacchi visibili tra un fotogramma e all’altro.

Chiara Tenconi si è occupata della prima fase: dare una forma all’idea stabilita insieme. Ha disegnato lo storyboard con l’obiettivo di evidenziare con semplici immagini quelle che sarebbero state le inquadrature e i soggetti nella sequenza di scatti.

Margherita Mazzoleni si è occupata della parte pratica, potendo sfruttare un cavalletto professionale e una macchina fotografica Nikon Coolpix S800, che già possedeva. Non avendo a disposizione l’illuminazione artificiale adatta, ha scattato le foto con luce naturale, come suggerito dall’insegnante, creando interessanti giochi di ombre. Le riprese sono state divise in due giorni differenti, ma fatte allo stesso orario, per mantenere una più simile luce. Con  Photoshop ha sistemato i colori di ogni immagine e con VSDC Le ha montate in successione ed ha aggiunto l’audio preso da YouTube.

Questa esperienza ci ha insegnato non solo a lavorare in coppia, ma anche a farlo a distanza, e ci ha fatto capire che dove c’è la volontà di fare qualcosa, si può sempre trovare il modo.

È stato il nostro primo lavoro di videoarte e abbiamo dovuto far fronte ad una situazione di disagio che sicuramente nessuno avrebbe potuto immaginare.

Pur essendo un lavoro migliorabile sotto diversi punti di vista ci riteniamo soddisfatte, consapevoli di aver messo il massimo impegno con il desiderio di ottenere il miglior risultato possibile dato l’intero contesto.